Di tutte le intelligenze, quella emotiva
Che connette i pensieri, fonda la gentilezza.
Di tutte le leggi fisiche, l’attrito
Che abilita la passeggiata, il biliardo,
scopare.
Di tutte le mappe, una batimetrica
Per misurare i recessi dove affonderò
Se non sarò all’altezza di tutto
Se tutto sarà surreale.
Di tutti i colori, l’indaco
Che per gli indiani è conoscenza
Per noi, il pigmento dei blue-jeans.
// Dicono che la pelle cambi completamente
Ogni sette anni.
Sette anni e non esisterà più una tua cellula
Epiteliale
Che io avrò sfiorato. //
Di tutti gli strumenti di calcolo, l’abaco
Che educa all’importanza della posizione
E decide i destini del mondo.
Di tutte le energie, quella solare
Che irradia dal sorriso che prepara alla tua risata
Una centrale che si misura in Terawatt.
Di tutti i venti, quello libico
Che penetra il Golfo e lo spariglia
Prima di diventare favonio.
Di tutti i mesi, marzo
Di tutti gli anni, quello del Cane
Cioè il presente, quello improcrastinabile.
Di tutti i sogni, quello dove io sono nudo
Ma non annego
Di tutte le dita, l’indice
La stampella della Meraviglia.
Di tutte le discipline, il parkour
Che appoggia i denti sul marciapiede
E ha il mondo come parco giochi.
Di tutti i mari, il Mediterraneo
Di tutti i materiali, il legno
Di tutti gli utensili, l’imbuto
Che sa selezionare sempre la dose giusta.
Di tutti i suoni, il tuo primo mugolio al mattino
Di tutti i rizomi, lo zenzero.
Di tutti i ristoranti, la trattoria
Che ha porzioni abbondanti,
vini e osti sinceri.
Di tutte le figure geometriche, il cerchio
Di tutti gli Dei, Mercurio
Che si rompe dividendosi, e contamina tutto.
Di tutti i gesti, l’abbraccio
Che unisce due, separa il mondo.
Di tutte le bandiere, il Nepal
Di tutti i liquidi, quello seminale
Di tutti i vegetali, il broccolo romano
Che porta i frattali negli orti
Di tutti i lungomari, Beirut
Di tutti i numeri, l’ultimo,
dispari
Di tutte le paure, quelle sopite
Di tutti i precipizi, quello che mi si apre nel petto
Mentre
immobile
ora
ti guardo
andartene.