Tra le cose assurde che facciamo

C’è che respiriamo
Per tutta la vita
In continuazione
Senza motivi apparenti.
È perché c’è stanchezza nelle parole
Che gli uomini usano sempre le stesse
I costrutti già pronti
Quand’è stata l’ultima volta che hai chiesto
Come stai
E ti sei fermato ad ascoltare?
Con te, le parole ebbre
Con te, le labbra prone
Noi – capaci di forgiarle
Tramutarle in prole
Da crescere tra i bonsai
tutto in minuscolo
tutto in minuscolo.
hai fatto alla mia vita
quello che le corbusier fece con l’architettura
non c’era parigi
prima che tu cantassi mina
sotto la mia doccia.
‘in che anno vorresti morire?’ ci domandammo
ché le domande sono lo sperma delle conversazioni
userò con te l’accortezza degli avverbi di dubbio
anche quando sarò sicuro
e farò di tutto per non conoscerti mai
ché è con gli estranei che diamo sempre il meglio.
tra le cose assurde che ho fatto
c’è stato lasciarti su quel pianerottolo
perché non riuscivi a capirmi
ora che sei l’unica
che vorrei non tacesse.
è verosimile, che all’alfiere io preferisca il cavallo
magari è meglio non beva altra birra
probabilmente tornerò nel Quarto Vuoto
forse ti amo
e certo
certo
le nuvole sopra pigalle non ci faranno ombra.